P e r s o n a g g
i
Lamberto Laudisi
La Signora Frola
Il Signor Ponza,
suo genero
La Signora Ponza
Il Consigliere
Agazzi
La Signora Amalia,
sua moglie e sorella di Lamberto Laudisi
Dina, loro figlia
La Signora Sirelli
Il Signor Sirelli
Il Signor Prefetto
Il Commissario
Centuri
La Signora Cini
La Signora Nenni
Un cameriere di casa
Agazzi
Altri Signori e Signore
In un capoluogo di
provincia
Oggi.
|
A
T T O P R I M O
Salotto in casa del Consigliere
Agazzi. Uscio comune in fondo; usci laterali a destra e a sinistra.
SCENA PRIMA
La SIGNORA AMALIA, DINA, LAUDISI
Al levarsi della tela Lamberto
Laudisi passeggerà irritato per il salotto. Sui quarant'anni, svelto,
elegante senza ricercatezza, indosserà una giacca viola con risvolti
e alamari neri.
LAUDISI Ah, dunque è
andato a ricorrere al Prefetto?
AMALIA (sui quarantacinque,
capelli grigi; contegno d'importanza ostentata, per il posto che il marito
occupa in società. Lascerà tuttavia intendere che, se stesse
in lei, rappresenterebbe la sua parte e si comporterebbe in tante occasioni
ben altrimenti). Oh Dio, Lamberto, per un suo subalterno!
LAUDISI Subalterno, alla Prefettura;
non a casa!
DINA (diciannove anni;
una cert'aria di capir tutto meglio della mamma e anche del babbo, ma attenuata,
quest'aria, da una vivace grazia giovanile) Ma è venuto a allogarci
la suocera qua accanto, sullo stesso pianerottolo!
LAUDISI E non era padrone?
C'era un quartierino sfitto, e l'ha affittato per la suocera. O ha forse
l'obbligo una suocera di venire a ossequiare in casa
caricato, facendola lunga,
apposta
la moglie e la figliuola d'un
superiore di suo genero?
AMALIA Chi dice obbligo? Siamo
andate noi, mi pare, io e Dina, per le prime da questa signora, e non siamo
state ricevute.
LAUDISI E che è andato
a fare adesso tuo marito dal Prefetto? A imporre d'autorità un atto
di cortesia?
AMALIA Un atto di giusta riparazione,
se mai! Perché non si lasciano due signore, lì come due pioli,
davanti alla porta.
LAUDISI Soperchierie, soperchierie!
Non sarà poi dunque permesso alla gente di starsene per casa sua?
AMALIA Eh, se tu non vuoi
tener conto che cortesi volevamo esser noi, per le prime, verso una forestiera!
DINA Via, zietto, calmati,
via! Saremo, se vuoi, sincere: ecco, ammettiamo d'essere state così
cortesi per curiosità. Ma scusa, non ti sembra naturale?
LAUDISI Ah, naturale, sì:
perché non avete nulla da fare.
DINA Ma no, guarda, zietto.
Tu te ne stai costì, senza badare a ciò che fanno gli altri
attorno a te. - Bene. - Vengo io. E qua, proprio su questo tavolinetto
che ti sta davanti, ti colloco, imperturbabile - anzi no, con la faccia
di quel signore lì, patibolare - che so, poniamo, un pajo di scarpe
della cuoca.
LAUDISI (scattando)
Come c'entrano le scarpe della cuoca?
DINA (subito) Ecco,
vedi? Te ne meravigli! Ti sembra una stramberia, e me ne domandi subito
il perché.
LAUDISI (restando
con un sorriso freddo, ma presto ripigliandosi) Carina! - Hai ingegno
tu; ma parli con me, sai? - Tu vieni a posarmi qui sul tavolino le scarpe
della cuoca appunto per stuzzicar la mia curiosità; e certo - poiché
l'hai fatto apposta - non puoi rimproverarmi se ti domando: - "Ma perché,
cara, le scarpe della cuoca qui sopra?" - Dovresti ora dimostrarmi che
questo signor Ponza - villano e mascalzone, come lo chiama tuo padre -
sia venuto ad allogarci, ugualmente apposta, qua accanto, la suocera!
DINA E sia! Non l'avrà
fatto apposta. Ma non puoi negare che questo signore vive in un modo talmente
strambo da suscitar la curiosità naturalissima di tutto il paese.
- Scusami. - Arriva. - Prende a pigione un quartierino all'ultimo piano
di quel casone tetro, là, all'uscita del paese, su gli orti... -
L'hai veduto? Dico, di dentro?
LAUDISI Sei forse andata a
vederlo, tu?
DINA Sì zietto! Con
la mamma. E mica noi sole, sai? Tutti sono andati a vederlo. - C'è
un cortile - così bujo! - (pare un pozzo) - con una ringhierina
di ferro in alto, in alto, lungo il ballatojo dell'ultimo piano; da cui
pendono coi cordini tanti panieri.
LAUDISI E con questo?
DINA (con meraviglia e
indignazione) Ha relegato la moglie lassù!
AMALIA E la suocera qua, accanto
a noi!
LAUDISI In un bel quartierino,
la suocera, in mezzo alla città!
AMALIA Grazie! E la costringe
ad abitar divisa dalla figlia?
LAUDISI Chi ve l'ha detto?
O non può esser lei, invece, la madre, per avere maggior libertà?
DINA No, no! che, zietto!
Si sa che è lui!
AMALIA Ma scusa, si capisce
che una figliuola, sposando, lasci la casa della madre e vada a convivere
col marito; anche in un'altra città. Ma che una povera madre, non
sapendo resistere a viver lontana dalla figliuola, la segua, e nella città
dove anche lei è forestiera, sia costretta a viverne divisa, via
ammetterai che questo no, non si capisce facilmente!
LAUDISI Già! Che fantasie
da tartarughe! Ci vuol tanto a immaginare che, o per colpa di lei, o per
colpa di lui - o pur senza colpa di nessuno - ci sia tale incompatibilità
di carattere, per cui, anche in queste condizioni...
DINA (interrompendo, meravigliata)
Come, zietto? Tra madre e figlia?
LAUDISI Perché tra
madre e figlia?
AMALIA Ma perché tra
loro due, no! non sono sempre insieme, lui e lei!
DINA Suocera e genero! È
ben questo lo stupore di tutti !
AMALIA Viene qua ogni sera,
lui, a tener compagnia alla suocera.
DINA Anche di giorno, viene:
una o due volte.
LAUDISI Sospettate forse che
facciano all'amore, suocera e genero?
DINA No, che dici! Una povera
vecchietta.
AMALIA Ma non le porta mai
la figlia! non porta mai con sé, mai, mai, la moglie a vedere la
madre.
LAUDISI Sarà malata
quella poverina... non potrà uscire di casa...
DINA Ma che! Ci va lei, la
madre...
AMALIA Ci va... sì!
Per vederla da lontano! Si sa di causa e scienza che a questa povera madre
è proibito salire in casa della figliuola!
DINA Può parlarle solo
dal cortile!
AMALIA Dal cortile, capisci!
DINA Alla figliuola che s'affaccia
dal ballatojo lassù, come dal cielo! Questa poveretta entra nel
cortile; tira il cordino del paniere; suona il campanello lassù;
la figliuola s'affaccia, e lei le parla di giù, da quel pozzo, storcendosi
il collo così! figurati! E neanche la vede, abbagliata dalla luce
che cola dall'alto.
Si sentirà picchiare
all'uscio e si presenterà il cameriere.
CAMERIERE Permesso?
AMALIA Chi è?
CAMERIERE I signori Sirelli
con un'altra signora.
AMALIA Ah, fa' passare,
Il cameriere s'inchinerà
e via.
SCENA
SECONDA
I CONIUGI SIRELLI, La SIGNORA
CINI, DETTI
AMALIA (alla signora Sirelli)
Cara signora!
SIGNORA SIRELLI (grassoccia,
rubizza, ancora giovine, parata con sovraccarica eleganza provinciale;
ardente d'irrequieta curiosità; aspra contro il marito ) Mi
sono permessa di portarle la mia buona amica, signora Cini, che aveva tanto
desiderio di conoscerla.
AMALIA Piacere, signora. -
S'accomodino:
Farà le presentazioni
Questa è la mia figliuola
Dina. - Mio fratello Lamberto Laudisi
SIRELLI (calvo, sui quaranta,
grasso, impomatato, con pretese d'eleganza, scarpe lucide sgrigliolanti
salutando ) Signora, Signorina.
Stringerà la mano
a Laudisi.
SIGNORA SIRELLI Ah, signora
mia, noi veniamo qua come alla fonte. Siamo due povere assetate di notizie.
AMALIA E notizie di che, signore
mie?
SIGNORA SIRELLI Ma di questo
benedetto nuovo segretario della Prefettura. Non si parla d'altro in paese!
SIGNORA CINI (vecchia goffa,
piena di cupida malizia dissimulata con arie d'ingenuità) Una
curiosità ne abbiamo tutte, una curiosità che... che mai
più!
AMALIA Ma ne sappiamo quanto
gli altri, noi, creda, signora!
SIRELLI (alla moglie, come
se avesse riportato una vittoria) Te l'ho detto? Quanto me, e forse
meno di me !
Poi volgendosi alle altre:
La ragione per cui questa
madre non può andare a vedere in casa la figliuola, per esempio,
la sanno loro, qual è veramente?
AMALIA Ne stavo parlando con
mio fratello.
LAUDISI Mi sembrate impazziti
tutti quanti!
DINA (subito, perché
non si dia retta allo zio) Perché il genero, dicono, glielo
proibisce.
SIGNORA CINI (con voce
a lamento) Non basta, signorina!
SIGNORA SIRELLI (incalzando)
Non basta ! Fa di più !
SIRELLI (premettendo un
gesto delle mani, per raccogliere l'attenzione) Notizia fresca appurata
or ora:
quasi sillabando
La tiene chiusa a chiave!
AMALIA La suocera?
SIRELLI No, signora: la moglie!
SIGNORA SIRELLI La moglie!
la moglie!
SIGNORA CINI (voce a lamento)
A chiave!
DINA Capisci, zietto? Tu che
vuoi scusare...
SIRELLI (stupito) Come?
Tu vorresti scusare quel mostro?
LAUDISI Ma non lo voglio scusare
nient'affatto! Dico che la vostra curiosità (chiedo perdono alle
signore) è insoffribile, non foss'altro, perché inutile.
SIRELLI Inutile?
LAUDISI Inutile! - Inutile,
signore mie!
SIGNORA CINI Che si voglia
venire a sapere?
LAUDISI Che cosa, scusi? Che
possiamo noi realmente sapere degli altri? chi sono... come sono... ciò
che fanno... perché lo fanno...
SIGNORA SIRELLI Chiedendo
notizie, informazioni...
LAUDISI Ma se c'è una
che, per questa via, dovrebbe stare a giorno d'ogni cosa; quest'una dovrebbe
proprio esser lei, signora, con un marito come il suo, così informato
sempre di tutto!
SIRELLI (cercando d'interrompere)
Scusa, scusa...
SIGNORA SIRELLI Ah no, caro,
senti: questa è la verità!
rivolgendosi alla signora
Amalia:
La verità, signora
mia: con mio marito che dice sempre di saper tutto, io non riesco a sapere
mai niente.
SIRELLI Sfido! Non si contenta
mai di quello che le dico! Dubita sempre che una cosa non sia come gliel'ho
detta. Sostiene anzi che, come gliel'ho detta io, non può essere.
Arriva finanche a supporre di proposito il contrario!
SIGNORA SIRELLI Ma abbi pazienza,
se vieni a riferirmi certe cose...
LAUDISI (riderà
forte) Ah ah ah... Permettete, signora? Rispondo io a suo marito. Come
vuoi, caro, che tua moglie si contenti delle cose che tu le dici, se tu
- naturalmente - gliele dici come sono per te?
SIGNORA SIRELLI Come assolutamente
non possono essere!
LAUDISI Ah, no, signora, sopporti
che le dica che qui ha torto lei! Per suo marito, stia sicura, le cose
sono come lui gliele dice.
SIRELLI Ma come sono
in realtà! come sono in realtà!
SIGNORA SIRELLI Nient'affatto!
Tu t'inganni continuamente!
SIRELLI T'inganni, tu, ti
prego di credere! Non m'inganno io!
LAUDISI Ma no, signori miei!
Non v'ingannate nessuno dei due. Permettete? Ve ne faccio la prova.
S'alzerà e si presenterà
in mezzo al salotto.
Tutti e due, qua, vedete me.
- Mi vedete, è vero?
SIRELLI Eh sfido!
LAUDISI No no; non lo dire
cosi presto, caro. Vieni qua, vieni qua.
SIRELLI (lo guarderà
sorridendo, perplesso, un po' , come se non volesse prestarsi a uno scherzo
che non capisce) Perché?
SIGNORA SIRELLI (spingendolo
con la voce irritata) E vai là.
LAUDISI (a Sirelli che
già si sarà appressato titubante) Tu mi vedi? Guardami
meglio. Toccami.
SIGNORA SIRELLI (al marito
che esita c. s. a toccarlo) E toccalo!
LAUDISI (a Sirelli che
avrà alzato una mano a toccarlo appena sulla spalla) Così,
bravo. Tu sei sicuro di toccarmi come mi vedi, è vero?
SIRELLI Direi.
LAUDISI Non puoi dubitare
di te, sfido! - Torna al tuo posto.
SIGNORA SIRELLI (al marito
rimasto lì balordo davanti al Laudisi) È inutile che
stia lì a sbattere gli occhi; torna a sedere adesso!
LAUDISI (alla Signora Sirelli
poiché il marito sarà tornato stonato al suo posto) Ora,
scusi, venga qua lei signora.
Subito prevenendo:
No no, ecco, vengo io da lei
Le si farà davanti,
si piegherà su un ginocchio.
Mi vede, è vero? Alzi
una manina; mi tocchi
E come la signora Sirelli,
seduta, gli poserà una mano sulla spalla, egli, chinandosi per baciargliela:
Cara manina !
SIRELLI Ohé ohé.
LAUDISI Non gli dia retta!
-È sicura anche lei di toccarmi come mi vede? Non può dubitare
di lei. - Ma per carità, non dica a suo marito, né a mia
sorella, né a mia nipote, né alla signora qua -
SIGNORA CINI (suggerendo)
- Cini -
LAUDISI (Cini) - come mi vede,
perché tutt'e quattro altrimenti le diranno che lei s'inganna, mentre
lei non s'inganna affatto! Perché ciò non toglie, cara signora
mia, che io non sia anche realmente come mi vede suo marito, mia sorella,
mia nipote e la signora qua.
SIGNORA CINI (suggerendo)
- Cini -
LAUDISI. (Cini)- che
anche loro non s'ingannano affatto.
SIGNORA SIRELLI E come, dunque,
lei cambia dall'uno all'altro?
LAUDISI Ma sicuro che cambio,
signora mia! E lei no, forse? Non cambia?
SIGNORA SIRELLI (precipitosamente)
Ah no no no no no. Le assicuro che per me io non cambio affatto!
LAUDISI E neanch'io per me
creda! E dico che voi tutti v'ingannate se non mi vedete come mi vedo io!
Ma ciò non toglie che non sia una bella presunzione tanto la mia,
quanto la sua, cara signora.
SIRELLI Ma tutto codesto arzigogolo,
scusa, per concludere che cosa?
LAUDISI Ti pare che non concluda?
Oh bella! Vi vedo così affannati a cercar di sapere chi sono gli
altri e le cose come sono, quasi che gli altri e le cose per se stessi
fossero così o così.
SIGNORA SIRELLI Ma secondo
lei allora non si potrà mai sapere la verità?
SIGNORA CINI Se non dobbiamo
più credere neppure a ciò che si vede e si tocca!
LAUDISI Ma sì, ci creda,
signora! Perciò le dico: rispetti ciò che vedono e toccano
gli altri, anche se sia il contrario di ciò che vede e tocca lei.
SIGNORA SIRELLI Oh,
senta! io le volto le spalle e non parlo più con lei! Non voglio
impazzire!
LAUDISI No, no: basta! Seguitate,
seguitate a parlare della signora Frola e del signor Ponza suo genero:
non v'interrompo più.
AMALIA Ah, Dio sia ringraziato!
E faresti meglio, caro Lamberto, se te ne andassi di là!
DINA Di là; di là,
zietto; sì, vai, vai!
LAUDISI No, perché?
Mi diverto a sentirvi parlare. Me ne starò zitto, non dubitate.
Tutt'al più, farò tra me e me qualche risata; e se me ne
scapperà qualcuna forte, mi scuserete.
SIGNORA SIRELLI E dire che
noi eravamo venute per sapere... - Ma scusi: suo marito, signora, non è
un superiore di questo signor Ponza?
AMALIA Altro è l'ufficio,
altro la casa, signora.
SIGNORA SIRELLI Capisco, già!
- Ma loro non hanno neppure tentato di vedere la suocera qua accanto?
DINA Altro che! Due volte,
signora!
SIGNORA CINI (con un balzo;
e poi, tutta cupida e intenta) Ah dunque! Dunque loro le hanno parlato?
AMALIA Non siamo state ricevute,
signora mia!
SIRELLI, SIGNORA SIRELLI,
SIGNORA CINI Oh! oh! - Come! - Come mai!
DINA Anche questa mattina...
AMALIA La prima volta restammo
più d'un quarto d'ora dietro la porta. Nessuno venne ad aprirci,
e non si poté neppure lasciare un biglietto da visita. - Abbiamo
ritentato oggi...
DINA (Con un gesto colle
mani che esprime spavento) Venne ad aprirci lui!
SIGNORA SIRELLI Che faccia!
già. Ce l'ha proprio di cattivo! Ha sconcertato tutto il paese con
quella faccia! E poi, così, sempre vestito di nero... Sono tutti
e tre vestiti di nero, anche la signora, è vero? la figlia ?
SIRELLI (con fastidio)
Ma se la figlia non l'ha mai veduta nessuno! Te l'ho detto mille volte!
sarà vestita di nero anche lei... - Sono d'un paesello della Marsica
-
AMALIA - sì; distrutto,
pare, totalmente -
SIRELLI - di pianta, raso
al suolo, dall'ultimo terremoto -
DINA Hanno perduto tutti i
parenti, si dice.
SIGNORA CINI (con ansia
di riattaccare il discorso interrotto). Bene; dunque dunque... - ha
aperto lui?
AMALIA Appena me lo sono veduto
davanti, con quella faccia, non mi son più trovata in gola la voce
per dirgli che venivamo per una visita alla suocera. Niente, sa? neanche
un ringraziamento.
DINA No, per questo, fece
un inchino.
AMALIA Ma appena così
col capo
DINA Gli occhi, piuttosto,
devi dire! Quelli sono gli occhi d'una belva, non d'un uomo.
SIGNORA CINI (c.s.) E
allora? Che ha detto allora?
DINA Tutto imbarazzato -
AMALIA - tutto arruffato,
ci ha detto che la suocera era indisposta... che ci ringraziava dell'attenzione...
e rimase lì su la soglia, in attesa che ci ritirassimo.
DINA Che mortificazione!
SIRELLI Sgarbo da villano!
Ah, ma può esser sicura che è lui, sa? Forse terrà
sotto chiave anche la suocera!
SIGNORA SIRELLI Ci vuol coraggio!
Con una signora, moglie d'un suo superiore!
AMALIA Ah, ma mio marito questa
volta se n'è proprio indignato: l'ha presa come una grave mancanza
di riguardo ed è andato a rinzelarsene fortemente col Prefetto,
pretendendo una riparazione.
DINA Oh, giusto, eccolo
qua, il babbo!
SCENA
TERZA
II CONSIGLIERE AGAZZI, DETTI
AGAZZI (cinquant'anni,
rosso di pelo, arruffato, con barba, occhiali d'oro, autoritario e dispettoso)
Oh, caro Sirelli.
S'appresserà al
canapè, s'inchinerà a stringerà la mano alla signora
Sirelli.
Signora.
AMALIA (presentandolo alla
signora Cini) Mio marito - la Signora Cini.
AGAZZI (s'inchinerà,
stringerà la mano) Lietissimo.
Poi, rivolgendosi quasi
con solennità alla moglie e alla figlia:
Vi avverto che sarà
qui a momenti la signora Frola.
SIGNORA SIRELLI (battendo
le mani, esultante) Ah, verrà? verrà qui?
AGAZZI Ma per forza! Potevo
tollerare che fosse fatto uno sgarbo così patente alla mia casa,
alle mie donne?
SIRELLI Ma sì! Dicevamo
appunto questo!
SIGNORA SIRELLI E sarebbe
stato bene cogliere quest'occasione -
AGAZZI (prevenendo) -
per far notare al Prefetto tutto ciò che si dice in paese sul riguardo
di questo signore? Eh, non dubiti: l'ho fatto!
SIRELLI Ah, bene! bene!
SIGNORA CINI Cose inesplicabili!
veramente inconcepibili!
AMALIA Selvagge addirittura!
Ma sai che le tiene chiuse a chiave tutt'e due!
DINA No, mamma: per la suocera
ancora non si sa!
SIGNORA SIRELLI Ma la moglie,
è certo!
SIRELLI E il Prefetto?
AGAZZI Sì... Eh...
ne è rimasto molto... molto impressionato...
SIRELLI Ah, meno male!
AGAZZI Era arrivata anche
a lui qualche voce, e... e vede anche lui adesso l'opportunità di
chiarire questo mistero, di venire a sapere la verità.
LAUDISI (riderà
forte) Ah! ah! ah! ah!
AMALIA Non ci manca proprio,
adesso, che la tua risata.
AGAZZI E perché ride?
SIGNORA SIRELLI Ma perché
dice che non è possibile scoprire la verità!
SCENA
QUARTA
CAMERIERE, DETTI poi la
SIGNORA FROLA
CAMERIERE (presentandosi
sulla soglia dell'uscio e annunziando) Permesso? La signora Frola.
SIRELLI Oh! Eccola qua.
AGAZZI Vedremo adesso se non
sarà possibile, caro Lamberto!
SIGNORA SIRELLI Benissimo!
Ah, sono proprio contenta!
AMALIA (alzandosi)
La facciamo passare?
AGAZZI No, ti prego, siedi.
Aspetta che entri. Seduti, seduti. Bisogna star seduti.
Al cameriere
Fa' passare
Il cameriere, via. Entrerà
poco dopo la Signora Frola e tutti si alzeranno. La Signora Frola è
una vecchina linda, modesta, affabilissima, con una grande tristezza negli
occhi, ma attenuata da un costante dolce sorriso sulle labbra. La signora
Amalia si farà avanti e le porgerà la mano.
AMALIA Favorisca, signora
Tenendola per mano, farà
le presentazioni:
La Signora Sirelli, mia buona
amica. - La signora Cini. - Mio marito. - Il signor Sirelli - La mia figliuola
Dina - Mio fratello Lamberto Laudisi. - S'accomodi, signora.
SIGNORA FROLA Sono dolente
e chiedo scusa d'aver mancato fino ad oggi al mio dovere. - Lei, signora,
con tanta degnazione mi ha onorata d'una visita, quando toccava a me di
venire per la prima.
AMALIA Tra vicine, signora,
non si bada a chi tocchi prima. Tanto più che lei, stando qui, sola,
forestiera, chi sa, poteva avere bisogno...
SIGNORA FROLA Grazie, grazie...
troppo buona...
SIGNORA SIRELLI La signora
è sola in paese?
SIGNORA FROLA No, ho una figlia
maritata: venuta anche lei, che è poco, qui.
SIRELLI Il genero della signora
è il nuovo segretario della Prefettura: il signor Ponza, è
vero?
SIGNORA FROLA Appunto, sì.
E il signor Consigliere vorrà scusarmi, spero, e scusare anche mio
genero.
AGAZZI Per dire la verità,
signora, io mi sono avuto un po' a male -
SIGNORA FROLA (interrompendolo)
- ha ragione, ha ragione! Ma lei deve scusarlo! Siamo rimasti, creda,
così scombussolati dalla nostra disgrazia.
AMALIA Ah, già! loro
ebbero quel gran disastro!
SIGNORA SIRELLI Perdettero
parenti?
SIGNORA FROLA Oh, tutti...
- Tutti, signora mia. Del nostro paesello non c'è quasi più
traccia: è rimasto lì tra le campagne, come un mucchio di
rovine; abbandonate.
SIRELLI Già! s'è
saputo!
SIGNORA FROLA Io non avevo
più che una sorella, con una figliuola anche lei, ma nubile. Per
il mio povero genero la sciagura fu assai più grave. La madre, due
fratelli, una sorella, e poi cognato, cognate, due nipotini.
SIRELLI Un'ecatombe!
SIGNORA FROLA E sono sciagure
per tutta la vita! Si resta come storditi!
AMALIA Oh certo!
SIGNORA SIRELLI Da un momento
all'altro! C'è da impazzire!
SIGNORA FROLA Non si pensa
più a nulla. Si manca senza volerlo, signor Consigliere.
AGAZZI Oh basta, prego, signora.
AMALIA Anche in considerazione
di questa sciagura, io e la mia figliuola eravamo venute per le prime.
SIGNORA SIRELLI (friggendo)Già
! sapendo così sola la signora! - Benché mi perdoni, signora,
se oso domandarle come va che, avendo qua la figliuola, dopo una sciagura
come questa, che...
peritosa, dopo aver filato
cosi bene
mi sembra... dovrebbe far
nascere nei superstiti il bisogno di star tutti uniti -
SIGNORA FROLA (seguitando
lei, per toglierla d'imbarazzo) - io me ne stia così
sola, è vero?
SIRELLI Già, ecco,
pare strano, per essere sinceri.
SIGNORA FROLA (dolente)
Eh, lo capisco.
Poi, come per tentare una
via di scampo
Ma... sa, son di parere che,
quando un figliuolo o una figliuola sposano, si debbano lasciare a se stessi,
a farsi la loro vita, ecco.
LAUDISI Benissimo! Giustissimo!
Che dev'essere per forza un'altra, nelle nuove relazioni con la moglie
o col marito.
SIGNORA SIRELLI Ma non fino
al punto, scusi Laudisi, da escludere dalla propria vita quella della madre!
LAUDISI Chi ha detto escludere?
Si parla adesso - se ho inteso bene - d'una madre che comprende che la
figliuola non può e non deve rimanere legata a lei come prima, avendo
ora un'altra vita per sé.
SIGNORA FROLA (con viva
riconoscenza) Ecco, è proprio così, signore! Grazie!
Ho voluto proprio dir questo!
SIGNORA CINI Ma la sua figliuola,
m'immagino, verrà, verrà qui spesso a tenerle compagnia.
SIGNORA FROLA (tra le spine)
Già... sì... ci vediamo, certo...
SIRELLI (subito) Non
esce mai di casa, però, la sua figliuola! Almeno, nessuno l'ha mai
veduta!
SIGNORA CINI Avrà forse
da badare ai figliuoli!
SIGNORA FROLA (subito)
No, nessun figliuolo, ancora. E forse, ormai, non ne avrà più.
È sposata già da sette anni. Ha da fare, in casa, certo.
- Ma non è per questo.
Sorriderà, dolente;
e soggiungerà per tentare un'altra via di scampo:
Noi sa - noi donne - siamo
abituate, nei piccoli paesi, a star sempre in casa.
AGAZZI Anche quando ci sia
la mamma da andare a vedere? la mamma che non sta più con noi?
AMALIA Ma la signora andrà
lei a vedere la figliuola!
SIGNORA FROLA (subito).Ah,
certo! Come no? Una o due volte al giorno ci vado!
SIRELLI E sale, una, due volte
al giorno, tutte quelle scale, fino all'ultimo piano di quel casone?
SIGNORA FROLA (smorendo,
tentando ancora di volgere in riso il supplizio di quest'interrogatorio)
Eh, no; non salgo, veramente. Ha ragione, signore: sarebbero troppe per
me. Non salgo. La mia figliuola s'affaccia dalla parte del cortile e...
e ci vediamo, ci parliamo.
SIGNORA SIRELLI Cosi soltanto?
Oh! Non la vede mai da vicino?
DINA (cingendo col braccio
il collo della madre) Io figlia, non pretenderei che mia madre
salisse per me ogni giorno novanta, cento scalini; ma non potrei contentarmi
di vederla, di parlarle da lontano, senza abbracciarla, senza sentirmela
vicina.
SIGNORA FROLA (vivamente
turbata, imbarazzata) Ha ragione! Eh sì, ecco, bisogna che io
dica. - Non vorrei che loro pensassero della mia figliuola quello che non
è; che abbia per me poco affetto, poca considerazione. E anche di
me che sono la mamma... Novanta, cento scalini non possono essere impedimento
a una madre, sia pur vecchia e stanca, quando poi abbia lassù il
premio di potersi stringere al cuore la propria figliuola.
SIGNORA SIRELLI (trionfante)
Ah, ecco! Lo dicevamo noi, signora! Ci dev'essere una ragione!
AMALIA (con intenzione)
C'è, vedi, Lamberto? c'è una ragione!
SIRELLI (pronto) Suo
genero, eh?
SIGNORA FROLA Oh, ma per carità,
non pensino male di lui! È un così bravo giovine! Lor signori
non possono immaginare quanto sia buono! Che affetto tenero e delicato,
pieno di premure, abbia per me! E non dico l'amore e le cure che ha per
la mia figliuola. Ah, credano, che non avrei potuto desiderare per lei
un marito migliore!
SIGNORA SIRELLI Ma... allora?
SIGNORA CINI Non sarà
lui, allora, la ragione!
AGAZZI Ma certo! Non mi sembra
almeno possibile ch'egli proibisca alla moglie di andare a trovar la madre,
o alla madre di salire in casa per stare un po' insieme con la figliuola!
SIGNORA FROLA Proibire, no!
Io non ho detto che sia lui a proibircelo! Siamo noi, signor Consigliere,
io e mia figlia: ce ne asteniamo noi, spontaneamente, creda, per un riguardo
a lui.
AGAZZI E come, scusi, di che
potrebbe offendersi lui? Non vedo!
SIGNORA FROLA Non offendersi,
signor Consigliere. - È un sentimento - un sentimento, signore mie,
difficile forse a intendere. Quando si sia inteso, però, non più
difficile - credano - a compatire; quantunque importi senza dubbio un sacrifizio
non lieve, tanto a me, quanto alla mia figliuola.
AGAZZI Riconoscerò
che almeno è strano, tutto questo che lei ci dice, signora.
SIRELLI Già, e tale
da suscitare e legittimare la curiosità.
AGAZZI Anche, diciamo, qualche
sospetto.
SIGNORA FROLA Contro di lui?
No, per carità, non dica! Che sospetto, signor Consigliere?
AGAZZI Nessuno! Non si turbi.
Dico che si potrebbe sospettare.
SIGNORA FROLA No, no! E di
che? Se il nostro accordo è perfetto! Siamo contente, contentissime,
tanto io, quanto la mia figliuola.
SIGNORA SIRELLI Ma è
gelosia forse?
SIGNORA FROLA Per la madre?
Gelosia? Non credo che si possa chiamare così, benché, non
saprei, veramente. - Ecco: egli vuole il cuore della moglie tutto per sé,
fino al punto che anche l'amore che la mia figliuola deve avere per la
sua mamma (e l'ammette, come no? altro!) ma vuole che mi arrivi attraverso
lui, per mezzo di lui, ecco!
AGAZZI Oh! Ma scusi! Mi sembra
una crudeltà bella e buona, codesta!
SIGNORA FROLA No, no, non
crudeltà! non dica crudeltà, signor Consigliere! È
un'altra cosa, creda! Non riesco a esprimermi... - Natura, ecco. Ma no...
Forse, oh Dio mio, sarà magari una specie di malattia, se vogliono.
È come una pienezza di amore - chiusa - ecco, sì, esclusiva;
nella quale la moglie deve vivere, senza mai uscirne, e nella quale nessun
altro deve entrare.
DINA Neppure la madre?
SIRELLI Un bell'egoismo, direi!
SIGNORA FROLA Forse. Ma un
egoismo che si dà tutto, come un mondo, alla propria donna! Egoismo,
in fondo, sarebbe forse il mio, se volessi forzare questo mondo chiuso
d'amore, quando so che la mia figliuola ci vive felice; così adorata!
- Questo, a una madre, signore mie, deve bastare, non è vero? -
Del resto, se io la vedo la mia figliuola e le parlo...
Con graziosa mossa confidenziale:
Il panierino che vado a tirare
là nel cortile, porta su e giù, sempre, due paroline di lettera,
con le notizie della giornata. - Mi basta questo. - E ormai già
mi sono abituata; rassegnata, là, se vogliono! Non ne soffro più.
AMALIA Eh, dopo tutto, se
son contente loro!
SIGNORA FROLA (alzandosi)
Oh, sì ! gliel'ho detto. Perché è tanto buono - credano!
Come non potrebbe essere di più! - Abbiamo ognuno le nostre debolezze,
e bisogna che ce le compatiamo a vicenda.
Saluterà la signora
Amalia:
Signora.
Saluterà le signore
Sirelli e Cini, poi Dina; poi volgendosi al Consigliere Agazzi:
Mi avrà scusato...
AGAZZI Oh, signora, che dice!
Le siamo gratissimi della visita.
SIGNORA FROLA (saluterà
col capo Sirelli e Laudisi, poi volgendosi alla signora Amalia) No
prego... stia, stia, signora... non s'incomodi...
AMALIA Ma no, è mio
dovere, signora.
La Signora Frola uscirà
accompagnata dalla signora Amalia ,che rientrerà poco dopo.
SIRELLI Ma che! ma che! Vi
siete contentati della spiegazione?
AGAZZI Ma che spiegazione?
Qua ci deve esser sotto chi sa che mistero!
SIGNORA SIRELLI E chi sa quanto
deve soffrire quel povero cuore di madre!
DINA Ma anche la figliuola,
Dio mio!
Pausa.
SIGNORA CINI (dall'angolo
della stanza, dove si sarà rincantucciata per nascondere il pianto,
con stridula esplosione) Le lagrime le tremavano nella voce !
AMALIA Già! Quando
ha detto che altro che cento scalini salirebbe, pur di stringersi al cuore
la figliuola!
LAUDISI Io per me ho notato
soprattutto uno studio, dico di più, un impegno di guardare da ogni
sospetto il genero!
SIGNORA SIRELLI Ma che! Dio
mio, se non sapeva come scusarlo!
SIRELLI Ma che scusare! la
violenza? la barbarie?
SCENA
QUINTA
CAMERIERE, DETTI poi il
SIGNOR PONZA
CAMERIERE (presentandosi
sulla soglia) Signor Commendatore, c'è il signor Ponza che chiede
d'essere ricevuto.
SIGNORA SIRELLI Oh! Lui!
Sorpresa generale e movimento
di curiosità ansiosa, anzi quasi sbigottimento.
AGAZZI Ricevuto da me?
CAMERIERE Sissignore. Ha detto
così.
SIGNORA SIRELLI Per carità,
lo riceva qua, Commendatore! - Ho quasi paura; ma una grande curiosità
di vederlo da vicino, questo mostro!
AMALIA Ma che vorrà?
AGAZZI Sentiremo. Sedete,
sedete. Bisogna star seduti.
Al cameriere
Fallo passare.
Il cameriere s'inchinerà
e andrà via. Entrerà poco dopo il signor Ponza. Tozzo, bruno,
dall'aspetto quasi truce, tutto vestito di nero, capelli neri, fitti, fronte
bassa, grossi baffi neri. Stringerà continuamente le pugna e parlerà
con sforzo, anzi con violenza a stento contenuta. Di tratto in tratto si
asciugherà il sudore con un fazzoletto listato di nero. Gli occhi,
parlando, gli resteranno costantemente duri, fissi, tetri.
AGAZZI Venga, venga avanti,
signor Ponza!
Presentandolo:
Il nuovo segretario signor
Ponza: la mia signora - la signora Sirelli - la signora Cini - la mia figliuola
- il signor Sirelli - Laudisi mio cognato. - S'accomodi.
PONZA Grazie. Un momento solo
e tolgo l'incomodo.
AGAZZI Vuol parlare a parte
con me?
PONZA No, posso... posso anche
davanti a tutti. Anzi... È... è una dichiarazione doverosa,
da parte mia.
AGAZZI Dice per la visita
della sua signora suocera? Può
farne a meno; perché
-
PONZA - non per questo, signor
Commendatore. Tengo anzi a far sapere che la signora Frola, mia suocera,
sarebbe venuta senza dubbio prima che la sua signora e la signorina avessero
la bontà di degnarla d'una loro visita, se io non avessi fatto di
tutto per impedirglielo, non potendo permettere che ella faccia visite
o ne riceva.
AGAZZI (con fiero risentimento)
Ma perché, scusi?
PONZA (alterandosi sempre
più, nonostante gli sforzi per contenersi) Mia suocera avrà
parlato a lor signori della sua figliuola; avrà detto che io le
proibisco di vederla, di salire in casa mia?
AMALIA Ma no! La signora è
stata piena di riguardo e di bontà per lei!
DINA Non ha detto di lei altro
che bene!
AGAZZI E che s'astiene lei,
di salire in casa dalla figliuola, per un riguardo a un suo sentimento,
che noi francamente le diciamo di non comprendere.
SIGNORA SIRELLI Anzi, se dovessimo
dire proprio ciò che ne pensiamo...
AGAZZI Ma sì, ci è
parsa una crudeltà, ecco! una vera crudeltà!
PONZA Sono qua appunto per
chiarir questo, signor Commendatore. La condizione di questa donna è
pietosissima. Ma non meno pietosa è la mia, anche per il fatto che
mi obbliga a scusarmi, a dar loro conto e ragione d'una sventura, che soltanto...
soltanto una violenza come questa poteva costringermi a svelare.
Si fermerà un momento
a guardare tutti, poi dirà lento e staccato:
La Signora Frola è
pazza.
TUTTI (con un sussulto)
Pazza?
PONZA Da quattro anni.
SIGNORA SIRELLI (con un
grido) Oh Dio, ma non pare affatto!
AGAZZI (stordito) Come,
pazza?
PONZA Non pare, ma è
pazza. E la sua pazzia consiste appunto nel credere che io non voglia farle
vedere la figliuola.
Con orgasmo d'atroce e
quasi feroce commozione:
Quale figliuola, in nome di
Dio, se è morta da quattro anni la sua figliuola?
TUTTI (trasecolati)
Morta? - Oh!... - Come? - Morta?
PONZA Da quattro anni. È
impazzita proprio per questo.
SIRELLI Ma dunque, quella
che lei ha con sé? -
PONZA - l'ho sposata da due
anni: è la mia seconda moglie.
AMALIA E la signora crede
che sia ancora la sua figliuola?
PONZA È stata la sua
fortuna, se così può dirsi. Mi vide passare per via con questa
mia seconda moglie, dalla finestra della stanza dove la tenevano custodita;
credette di rivedere in lei, viva, la sua figliuola; e si mise a ridere,
e tremar tutta; si sollevò d'un tratto dalla tetra disperazione
in cui era caduta, per ritrovarsi in quest'altra follia, dapprima esultante,
beata, poi a mano a mano più calma, ma angustiata così, in
una rassegnazione a cui s'è piegata da sé; e tuttavia contenta,
come han potuto vedere. S'ostina a credere che non è vero che sua
figlia sia morta, ma che io voglia tenermela tutta per me, senza fargliela
più vedere. È come guarita. Tanto che, a sentirla parlare,
non sembra più pazza affatto.
AMALIA Affatto! Affatto!
SIGNORA SIRELLI Eh sì,
dice proprio che è contenta così.
PONZA Lo dice a tutti. E ha
per me veramente affetto e gratitudine. Perché io cerco d'assecondarla
quanto più posso, anche a costo di gravi sacrifizii. Mi tocca tener
due case. Obbligo mia moglie, che per fortuna si presta caritatevolmente,
a raffermarla di continuo in quella illusione: che sia sua figlia. S'affaccia
alla finestra, le parla, le scrive. Ma, carità, ecco, dovere, fino
a un certo punto, signori! Non posso costringere mia moglie a convivere
con lei. E intanto è come in carcere, quella disgraziata, chiusa
a chiave, per paura che ella non le entri in casa. Sì, è
tranquilla, e poi così mite d'indole; ma, capiranno, si sentirebbe
raccapricciare da capo a piedi, mia moglie, alle carezze ch'ella le farebbe.
AMALIA (scattando, con
orrore e pietà insieme). Ah, certo, povera signora, immaginiamoci!
SIGNORA SIRELLI (al marito
e alla signora Cini) Ah, vuole dunque lei - sentite? - star chiusa
a chiave!
PONZA (per troncare)
Signor Commendatore, intenderà che io non potevo lasciar fare, se
non forzato, questa visita.
AGAZZI Ah, intendo, intendo,
ora; sì sì, e mi spiego tutto.
PONZA Chi ha una sventura
come questa deve starsene appartato. Costretto a far venire qua mia suocera,
era mio obbligo fare davanti a loro questa dichiarazione: dico, per rispetto
al posto che occupo; perché a carico d'un pubblico ufficiale non
si creda in paese una tale enormità: che per gelosia o per altro
io impedisca a una povera madre di veder la figliuola.
Si alzerà.
Chiedo scusa alle signore
d'averle involontariamente turbate.
S'inchinerà.
Signor Commendatore!
S'inchinerà; poi,
davanti a Laudisi e Sirelli chinando il capo:
Signori.
E andrà via per
l'uscio comune.
AMALIA (sbalordita)
Uh... È pazza, dunque !
SIGNORA SIRELLI Povera signora!
Pazza.
DINA Ecco perché! Si
crede la madre, e quella non è la sua figliuola!
Si nasconde la faccia con
le mani per orrore.
Oh Dio !
SIGNORA CINI Ma chi l'avrebbe
mai supposto!
AGAZZI Eppure... eh! dal modo
come parlava -
LAUDISI - tu avevi già
capito?
AGAZZI No... ma, certo che...
non sapeva lei stessa come dire!
SIGNORA SIRELLI Sfido, poverina:
non ragiona!
SIRELLI Però, scusate:
è strano, per una pazza. Non ragionava, certo. Ma quel cercare di
spiegarsi perché il genero non voglia farle vedere la figliuola;
e scusarlo, e adattarsi alle scuse trovate da lei stessa...
AGAZZI Oh bella! Appunto questa
è la prova che è pazza! In questo cercar le scuse per il
genero, senza poi riuscire a trovarne una ammissibile.
AMALIA Eh sì! diceva;
si disdiceva.
AGAZZI (a Sirelli)
E ti pare che, se non fosse pazza, potrebbe accettare queste condizioni
di non veder la figliuola se non da una finestra, con la scusa che adduce,
di quel morboso amore del marito che vuol la moglie tutta per sé?
SIRELLI Già! E da pazza
le accetta? E vi si rassegna? Mi sembra strano, mi sembra strano.
A Laudisi:
Tu che ne dici?
LAUDISI Io? Niente!
SCENA
SESTA
CAMERIERE, DETTI, poi la
SIGNORA FROLA
CAMERIERE (picchiando all'uscio
e presentandosi sulla soglia, turbato) Permesso? C'è di nuovo
la signora Frola.
AMALIA (con sgomento)
Oh Dio, e adesso? Se non possiamo più levarcela d'addosso?
SIGNORA SIRELLI Eh, capisco:
a saperla pazza!
SIGNORA CINI Dio, Dio! Chi
sa che altro verrà a dire adesso? Come vorrei sentirla!
SIRELLI Ne avrei anch'io curiosità.
Non ne sono mica persuaso, io, che sia pazza.
DINA Ma sì, mamma!
Non c'è da aver paura: è così tranquilla !
AGAZZI Bisognerà riceverla,
certo. Sentiamo che cosa vuole. Nel caso, si provvederà. Ma seduti,
seduti. Bisogna star seduti.
Al cameriere:
Fa' passare
Il cameriere si ritirerà.
AMALIA Ajutatemi per carità!
Io non so più come parlarle adesso!
Rientrerà la signora
Frola. La signora Amalia si alzerà e le verrà impaurita incontro;
gli altri la
guarderanno sgomenti.
SIGNORA FROLA Permesso?
AMALIA Venga, venga avanti,
signora. Sono qua ancora le mie amiche, come vede -
SIGNORA FROLA (con mestissima
affabilità, sorridendo) - che mi guardano... e anche lei, mia
buona signora, come una povera pazza, è vero?
AMALIA No, signora, che dice?
SIGNORA FROLA (con profondo
rammarico) Ah meglio lo sgarbo, signora, di lasciarla dietro la porta,
come feci la prima volta! Non avrei mai supposto che lei dovesse ritornare
a costringermi a questa visita, di cui purtroppo avevo previsto le conseguenze!
AMALIA Ma no, creda: noi siamo
liete di rivederla.
SIRELLI La signora s'affligge...
non sappiamo di che; lasciamola dire.
SIGNORA FROLA Non è
uscito di qua or ora mio genero?
AGAZZI Ah, sì! Ma è
venuto... è venuto, signora, per parlare con me di... di certe cose
d'ufficio, ecco.
SIGNORA FROLA (ferita,
costernata) Eh! codesta pietosa bugia che ella mi dice per tranquillarmi...
AGAZZI No no, signora, stia
sicura; le dico la verità.
SIGNORA FROLA (c.s.)
Era calmo, almeno? Ha parlato calmo?
AGAZZI Ma sì, calmo,
calmissimo, è vero?
Tutti annuiscono, confermano.
SIGNORA FROLA Oh Dio, signori,
loro credono di rassicurare me, mentre vorrei io, al contrario, rassicurar
loro sul conto di lui!
SIGNORA SIRELLI E su che cosa,
signora? Se le ripetiamo che -
AGAZZI - ha parlato con me
di cose d'ufficio...
SIGNORA FROLA Ma io vedo come
mi guardano! Abbiano pazienza. Non è per me! Dal modo come mi guardano,
m'accorgo ch'egli è venuto qua a dar prova di ciò che io
per tutto l'oro del mondo non avrei mai rivelato! Mi sono tutti testimonii
che poc'anzi io qua, alle loro domande che - credano - sono state per me
molto crudeli, non ho saputo come rispondere; e ho dato loro, di questo
nostro modo di vivere, una spiegazione che non può soddisfare nessuno,
lo riconosco! Ma potevo dirne loro la vera ragione? O potevo dir loro,
come va dicendo lui, che la mia figliuola è morta da quattro anni
e che io sono una povera pazza che la crede ancora viva e che lui non me
la vuol far vedere?
AGAZZI (stordito dal profondo
accento di sincerità con cui la signora Frola avrà parlato)
Ah... ma come? La sua figliuola?
SIGNORA FROLA (subito,
con ansia) Vedono che è vero? Perché vogliono nascondermelo?
Ha detto loro così...
SIRELLI (esitando, ma studiandola)
Sì... difatti... ha detto...
SIGNORA FROLA Ma se lo so!
E so purtroppo che turbamento gli cagiona il vedersi costretto a dir questo
di me! È una disgrazia, signor Consigliere, che con tanti stenti,
attraverso tanti dolori, s'è potuta superare; ma così, a
patto di vivere come viviamo. Capisco, sì, che deve dar nell'occhio
alla gente, provocare scandalo, sospetti. Ma d'altra parte, se lui è
un ottimo impiegato, zelante, scrupoloso. Lei lo avrà già
sperimentato, certo.
AGAZZI No, per dir la verità,
ancora non ne ho avuto occasione.
SIGNORA FROLA Per carità
non giudichi dall'apparenza! È ottimo; lo hanno dichiarato tutti
i suoi superiori. E perché si deve allora tormentarlo con questa
indagine della sua vita familiare, della sua disgrazia, ripeto, già
superata e che, a rivelarla, potrebbe comprometterlo nella carriera?
AGAZZI Ma no, signora, non
s'affigga così! Nessuno vuol tormentarlo.
SIGNORA FROLA Dio mio, come
vuole che non m'affligga nel vederlo costretto a dare a tutti una spiegazione
assurda, via! e anche orribile! Possono loro credere sul serio che la mia
figliuola sia morta? e che io sia pazza? che questa che ha con sé
sia una seconda moglie? - Ma è un bisogno, credano, un bisogno per
lui dire così! Gli s'è potuto ridar la calma, la fiducia,
solo a questo patto. Avverte lui stesso però l'enormità di
quello che dice e, costretto a dire, si eccita, si sconvolge: lo avranno
veduto!
AGAZZI Sì, difatti...
era... era un po' eccitato.
SIGNORA SIRELLI O Dio, ma
come? ma allora, è lui?
SIRELLI Ma sì, che
dev'esser lui!
Trionfante:
Signori, io l'ho detto!
AGAZZI Ma via! Possibile?
Viva agitazione in tutti
gli altri.
SIGNORA FROLA (subito,
giungendo le mani) No, per carità, signori! Che credono? È
solo questo tasto che non gli dev'esser toccato! Ma scusino, lascerei la
mia figliuola sola con lui, se veramente fosse pazzo? No! E poi la prova
lei può averla all'ufficio, signor Consigliere, dove adempie a tutti
i suoi doveri come meglio non si potrebbe.
AGAZZI Ah, ma bisogna che
lei ci spieghi, signora, e chiaramente, come stanno le cose! Possibile
che suo genero sia venuto qua a inventarci tutta una storia?
SIGNORA FROLA Sissignore,
sì, ecco, spiegherò loro tutto! Ma bisogna compatirlo, signor
Consigliere!
AGAZZI Ma come? Non è
vero niente che la sua figliuola è morta?
SIGNORA FROLA (con orrore)
Oh no! Dio liberi!
AGAZZI (irritatissimo,
gridando) Ma allora il pazzo è lui!
SIGNORA FROLA (supplichevole)
No, no... guardi...
SIRELLI (trionfante)
Ma sì, perdio, dev'esser lui!
SIGNORA FROLA No, guardino!
guardino! Non è, non è pazzo! Mi lascino dire! - Lo hanno
veduto: è così forte di complessione; violento... Sposando,
fu preso da una vera frenesia d'amore. Rischiò di distruggere, quasi,
la mia figliuola, ch'era delicatina. Per consiglio dei medici e di tutti
i parenti, anche dei suoi (che ora poverini non sono più!) gli si
dovette sottrarre la moglie di nascosto, per chiuderla in una casa di salute.
E allora lui, già un po' alterato, naturalmente, a causa di quel
suo... soverchio amore, non trovandosela più in casa... - ah, signore
mie, cadde in una disperazione furiosa; credette davvero che la moglie
fosse morta; non volle sentir più niente; si volle vestir di nero;
fece tante pazzie; e non ci fu verso di smuoverlo più da quest'idea.
Tanto che, quando (dopo appena un anno) la mia figliuola già rimessa,
rifiorita, gli fu ripresentata, disse di no, che non era più lei:
no, no; la guardava - no, no; non era più lei. Ah, signore mie,
che strazio! Le si accostava, pareva che la riconoscesse, e poi di nuovo,
no, no... E per fargliela riprendere, con l'ajuto degli amici, si dovette
simulare un secondo matrimonio.
SIGNORA SIRELLI Ah, dice dunque
per questo che...?
SIGNORA FROLA Sì, ma
non ci crede più, certo, da un pezzo, neanche lui! Ha bisogno di
darlo a intendere agli altri; non può farne a meno! Per star sicuro,
capiscono? Perché forse, di tanto in tanto, gli balena ancora la
paura che la mogliettina gli possa essere di nuovo sottratta.
A bassa voce, sorridendo
confidenzialmente:
Se la tiene chiusa a chiave
per questo - tutta per sé. Ma l'adora! Sono sicura. E la mia figliuola
è contenta.
Si alzerà.
Me ne scappo, perché
non vorrei che tornasse subito da me, se è così eccitato.
Sospirerà dolcemente,
scotendo le mani giunte.
Ci vuol pazienza! Quella poverina
deve figurare di non esser lei, ma un'altra; e io... eh! io, d'esser pazza,
signore mie! Ma come si fa? Purché stia tranquillo lui! Non s'incomodino,
prego, so la via. Riverisco, signori, riverisco.
Salutando e inchinandosi
si ritirerà in fretta, per l'uscio comune. Resteranno tutti in piedi,
sbalorditi, come basiti, a guardarsi negli occhi. Silenzio.
LAUDISI (facendosi in mezzo
a loro) Vi guardate tutti negli occhi? Eh! La verità?
Scoppierà a ridere
forte:
Ah! Ah! Ah! Ah!
Tela
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